“Avete taciuto abbastanza. E’
ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a
forza di silenzio il mondo è marcito.”
Santa Caterina da Siena
Il 1 maggio, Festa di S. Giuseppe
lavoratore, è diventata la festa dell’ipocrisia
Anche quest’anno, grazie alla neolingua orwelliana, la festa di S.
Giuseppe lavoratore (il Santo più grande dopo la Madonna e l’unico patrono dei
lavoratori in grado di difenderli, se opportunamente venerato ed invocato) è
diventata la parolaia festa del lavoro. Sul podio si
alterneranno quanti hanno favorito la dittatura del green pass che, durante la pandemonia http://www.genitoricattolici.net/La%20pandemonia.mp4
, ha costretto numerosi lavoratori a licenziarsi e migliaia di altri lavoratori
a sottoporsi al siero sperimentale https://www.iltempo.it/esteri/2022/10/11/news/covid-pfizer-janine-small-parlamento-ue-ammette-non-abbiamo-testato-vaccino-fermare-trasmissione-virus-33420706/
. Mentre alcuni sindacalisti andavano a braccetto con il potere non eletto https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/10/11/draghi-in-visita-alla-sede-della-cgil-alle-12.15_74167da8-5fc9-42dc-837b-741633b78d57.html
dai sudditi italiani, i lavoratori o subivano il ricatto o venivano licenziati.
Solo chi ha una faccia particolare può parlare di lavoro dopo aver favorito o
approvato la menomazione dei diritti dei lavoratori durante la pandemonia.