L’abbraccio
del Crocifisso
Perché il Crocifisso è così odiato,
avversato, vilipeso? È una domanda che certamente molti di noi si sono posta,
dato che il Crocifisso rappresenta un uomo innocente, torturato, avversato,
deriso e Crocifisso. Inoltre, molti possono ulteriormente domandarsi perché dà
così fastidio.
Nel seguente link http://www.genitoricattolici.org/valore%20Crocifisso.htm
ho esposto le principali ragioni dell’odio satanico nei confronti della Croce,
emblema della sconfitta del demonio, a cui rimando gli interessati. Ciò
premesso, con questa riflessione voglio invece evidenziare un altro aspetto
importantissimo, che spesso viene trascurato o non sufficientemente messo in
luce.
Se noi osserviamo con attenzione Gesù
sulla Croce, non possiamo ignorare che ha le braccia spalancate le quali, a
prescindere dalla posizione forzata causata dalla stessa Crocifissione, sono
l’emblema non solo di un abbraccio verso l’umanità in generale, ma per ciascuno
di noi in particolare. Dio poteva progettare che Gesù morisse in una maniera
differente: ad esempio trafitto da frecce o ucciso con la spada o in molti
altri modi. Perché proprio la Crocifissione, condanna riservata dai romani ai
malfattori? Sicuramente perché sono stati inchiodati al “legno” (che deriva da
un albero) i peccati di tutte le generazioni, in primis quello di Adamo ed Eva
che hanno mangiato il frutto proibito, preso da un albero. Ma non solo per
questa ragione principale. Infatti, Gesù, dalla Croce, offre il suo abbraccio a
tutta l’umanità, invitandola ad accogliere il suo abbraccio salvifico.
Il primo ad “abbracciare Cristo” è
stato il buon ladrone che, pentitosi, ha esclamato rivolgendosi all’altro
malfattore «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa
pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni,
egli invece non ha fatto nulla di male». Poi il buon ladrone,
rivolgendosi al Signore, ha aggiunto: «Gesù, ricordati di me quando entrerai
nel tuo regno»” (Luca 23,40), ottenendo da Gesù la seguente risposta “In verità
ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».” (Luca 23,43)
Ma, dietro all’abbraccio di Gesù si
cela quello del Padre e questa convinzione la possiamo ricavare dal passo
evangelico del Figliol prodigo che descrive l’incontro commovente del Padre,
che rappresenta Dio, con il figlio ravveduto “Mi leverò e andrò da mio padre
e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più
degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi
garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano
il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e
lo baciò. (Luca 15,18)
Non dobbiamo quindi temere di
rivolgerci a Gesù, che dalla Croce (alla quale ha inchiodato i nostri peccati),
ripieno di infinito Amore, aspetta il nostro abbraccio. Mentre lo abbracciamo diciamogli senza paura
“Perdona le mie colpe, salvami, liberami, guariscimi e portami nel Tuo
Paradiso”, suscitando l’odio e la rabbia del Nemico, il quale sa benissimo che
sia Gesù sia il Padre, in risposta alle nostre invocazioni, ci accolgono alla
stregua del Padre con il figliol prodigo. A braccia spalancate.