SALMO 12
[1]Al maestro del coro. Sull'ottava. Salmo. Di Davide.
[2]Salvami, Signore! Non c'è più un uomo fedele; è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo.
[3]Si dicono menzogne l'uno all'altro, labbra bugiarde parlano con cuore doppio.
[4]Recida il Signore le labbra bugiarde, la lingua che dice parole arroganti,
[5]quanti dicono: <<Per la nostra lingua siamo forti, ci difendiamo con le nostre labbra: chi sarà nostro padrone?>>.
[6]<<Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò - dice il Signore - metterò in salvo chi è disprezzato>>.
[7]I detti del Signore sono puri, argento raffinato nel crogiuolo, purificato nel fuoco sette volte.
[8]Tu, o Signore, ci custodirai, ci guarderai da questa gente per sempre.
[9]Mentre gli empi si aggirano intorno, emergono i peggiori tra gli uomini.
Commento
Questo salmo è una perfetta fotografia della nostra realtà. Anche oggi possiamo affermare senza timore d'essere smentiti: "Non c'è più un uomo fedele; è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo". In tutti gli ambienti paiono, infatti, prevalere i bugiardi e gli infedeli. Non solo! Ma l'uomo ritiene d'essere forte solo perché usa la lingua per pronunciare parole arroganti. Quanti dibattiti politici, televisivi, sociali infatti si trasformano spesso in risse verbali con insulti reciproci. Quante volte chi afferma delle verità bibliche viene irosamente contraddetto, anche dai cosiddetti cristiani, in nome delle "libertà" dalla legge di Dio?! E sembra che "emergano i peggiori tra gli uomini"!
Ma anche questo salmo, come gli altri, è un inno alla fiducia in Dio che salva; non solo a parole, come qualcuno potrebbe erroneamente pensare, ma anche concretamente nei fatti, come ci ha testimoniato la vita di Davide: profeta, uomo d'azione e di grande e perseverante preghiera, dalla cui stirpe il Signore ha fatto discendere il Messia. E spesso questi interventi il Signore li attua mediante Sua Madre: la Regina delle grazie, la quale ci ricorda che è necessario pregare incessantemente per sconfiggere il male e per ottenere i favori divini.