Libri scritti da Arrigo Muscio |
LA TENTAZIONE DEL FRUTTO PROIBITO [16]Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: <<Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, [17]ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti>>. Gen. 2,16 [1]Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: <<E` vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?>>. [2]Rispose la donna al serpente: <<Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, [3]ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete>>. [4]Ma il serpente disse alla donna: <<Non morirete affatto! [5]Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male>>. Gen. 3,1 Tutti i cristiani conoscono la tentazione di Adamo ed Eva riportata nella Genesi e le conseguenze derivate dalla disobbedienza alla Parola di Dio. Non solo i cristiani, ma anche i pagani e gli atei, dato che le raffigurazioni della tentazione del frutto proibito sono riportate in molte opere artistiche. Ma tutti, o quasi, quando pensano alla terribile ed esiziale tentazione la ritengono un’azione esclusiva di Adamo ed Eva e inconsciamente la racchiudono in quel contesto storico. E’ verissimo che si tratta della tentazione per eccellenza, in forza della quale nel mondo è entrato il peccato originale con la morte e le malattie. “Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono” c’insegna il libro della Sapienza (2,23) richiamando l’antica tentazione che guastò la nostra amicizia con Dio. Tutti i cristiani sanno anche che grazie a Gesù Cristo la morte è stata sconfitta per la salvezza di quanti confidano e si affidano alla redenzione di nostro Signore; crocifisso ma risorto a scorno di satana “Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria” (1 Cor. 2,6). Pochissimi però pensano, purtroppo, all’eternità della tentazione del frutto proibito che si riassume nella disobbedienza alla Parola eterna di Dio. “E` vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?” sibilò sottilmente e dolcemente l’antico tentatore ad Eva. Di fronte alla risposta affermativa della nostra progenitrice satana affermò categorico “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”. Ed Eva abboccò all’amo della parola alternativa a quella di Dio; mangiò il frutto proibito, lo diede da mangiare ad Adamo e vi fu la caduta del genere umano. Nel corso dei secoli e fino alla fine del mondo il
serpente ingannatore presenterà sempre le sue teorie alternative alla Parola
di Dio. Le rivestirà di buonismo, di logicità, di
naturalezza e le offrirà costantemente all’uomo che sarà sempre posto di
fronte all’eterno dilemma: obbedire alla Parola di Dio (contenuta nella Sacra
Scrittura) o a quella di satana. Le conseguenze della disobbedienza sono
sempre terribili come dimostra l’episodio raccontato nel 1 libro dei Re
(13,18) a proposito della disobbedienza di un profeta il quale ascoltò un
altro profeta disubbidendo alla Parola di Dio -….Quegli disse: “Anch'io
sono profeta come te; ora un angelo mi ha detto per ordine di Dio: Fallo
tornare con te nella tua casa, perché mangi e beva qualcosa”. Egli mentiva a
costui, che ritornò con lui, mangiò e bevve nella sua casa. Mentre essi
stavano seduti a tavola, il Signore parlò al profeta che aveva fatto tornare
indietro l'altro ed egli gridò all'uomo di Dio che era venuto da Giuda: “Così
dice il Signore: Poiché ti sei ribellato all'ordine del Signore, non hai
ascoltato il comando che ti ha dato il Signore tuo Dio, sei tornato indietro,
hai mangiato e bevuto in questo luogo, sebbene ti fosse stato prescritto di
non mangiarvi o bervi nulla, il tuo cadavere non entrerà nel sepolcro dei
tuoi padri”. Dopo che ebbero mangiato e bevuto, l'altro sellò l'asino per il
profeta che aveva fatto ritornare e quegli partì. Un leone lo trovò per
strada e l'uccise; il suo cadavere rimase steso sulla strada, mentre l'asino
se ne stava là vicino e anche il leone stava vicino al cadavere. Ora alcuni
passanti videro il cadavere steso sulla strada e il leone che se ne stava
vicino al cadavere. Essi andarono e divulgarono il fatto nella città ove
dimorava il vecchio profeta. Avendolo saputo, il profeta che l'aveva fatto
ritornare dalla strada disse: “Quello è un uomo di Dio, che si è ribellato
all'ordine del Signore; per questo il Signore l'ha consegnato al leone, che
l'ha abbattuto e ucciso secondo la parola comunicatagli dal Signore”. Egli
aggiunse ai figli: “Sellatemi l'asino”. Quando l'asino fu sellato, egli andò
e trovò il cadavere di lui steso sulla strada con l'asino e il leone accanto.
Il leone non aveva mangiato il cadavere né sbranato l'asino -. Un altro episodio emblematico riguarda il profeta Giona che finì naufrago ed in bocca ad un pesce per la sua disobbedienza. Anche papa Pietro fu sgridato severamente da Gesù quando gli propose, ragionando umanamente, di non andare a Gerusalemme “Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: - Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai -. Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: - Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini! –“ (Mt. 16,21). Tutti questi episodi sono didascalici all’importantissima ammonizione dello Spirito Santo “Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!” (Gal. 1,8) Quanti cristiani, qualunque veste ricoprano, disobbediscono ai comandi di Dio? Quanti preferiscono ascoltare le teorie del mondo sibilate da satana, dimenticandosi che tutti siamo posti davanti all’albero della conoscenza del bene e del male e tra le sue fronde un serpente mimetizzato ci suggerisce in maniera suadente “Non morirai affatto! Anzi, Dio sa che quando ne mangerai, si aprirebbero i tuoi occhi e diventerai come Dio, conoscendo il bene e il male”. “Quindi”, aggiungiamo noi, “potrai fare quello che vuoi; crearti le tue leggi personalizzate e vivere come più ti piacerà in quanto stabilirai tu che cosa è bene e che cosa è male!”. Ma il serpente antico non dirà mai che la disobbedienza a Dio, senza successivo pentimento, porta all’inferno. Durante un esorcismo Lucifero, singhiozzando tramite l’ossessa, rispose terrorizzato all’esorcista che gli intimava di andarsene “Io là non ci voglio andare!”. Drammatica ammonizione in quanto se non vuole andarci il capo dell’inferno proviamo ad immaginare come si trovino i suoi “sudditi”! |