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Biografia di Arrigo Muscio
Articoli di Arrigo Muscio
Il valore del Santo Rosario
I salmi
Libri scritti da Arrigo Muscio
La catechesi di satana durante un recente caso di esorcismo
|
Importanza del Santo Rosario
Si consiglia l’integrale
lettura del documento di Giovanni
Paolo II “Rosarium Virginis Mariae”
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_letters/documents/hf_jp-ii_apl_20021016_rosarium-virginis-mariae_it.html
“5. Il 16 ottobre 2002 ho
proclamato l'"Anno del Rosario" ed ho invitato tutti i figli della
Chiesa a fare di questa antica preghiera mariana un esercizio semplice e profondo
di contemplazione del volto di Cristo. Recitare il Rosario significa infatti
imparare a guardare Gesù con gli occhi di sua Madre, amare Gesù con il cuore
di sua Madre. Consegno oggi idealmente anche a voi, cari giovani, la corona
del Rosario. Attraverso la preghiera e la meditazione dei misteri, Maria vi
guida con sicurezza verso il suo Figlio! Non vergognatevi di recitare il
Rosario da soli, mentre andate a scuola, all'università o al lavoro, per
strada e sui mezzi di trasporto pubblico; abituatevi a recitarlo tra voi, nei
vostri gruppi, movimenti e associazioni; non esitate a proporne la recita in
casa, ai vostri genitori e ai vostri fratelli, poiché esso ravviva e rinsalda
i legami tra i membri della famiglia. Questa preghiera vi aiuterà ad essere
forti nella fede, costanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella
speranza.”
MESSAGGIO
DEL SANTO PADRE
GIOVANNI PAOLO II
PER LA XVIII
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
(13 APRILE 2003)
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/messages/youth/documents/hf_jp-ii_mes_20030311_xviii-world-youth-day_it.html
I MISTERI
DEL ROSARIO
Riteniamo essenziale riportare alcune frasi
bibliche che evidenziano l’importanza della preghiera. Il Santo Rosario, dopo
la Santa Messa,
è da considerarsi la preghiera più efficace come dimostrano le sotto
riportate affermazioni della Madonna, dei santi e le conferme del demonio
durante gli esorcismi.
·
"Chiedete e vi sarà dato; cercate e
troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi
cerca trova ed a chi bussa sarà aperto". (Mt. 7,7)
·
"In verità vi dico ancora: se due di voi
sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che
è nei cieli ve la concederà perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome,
io sono in mezzo a loro". (Mt. 18,19)
·
"In verità, in verità vi dico: Se
chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non
avete chiesto nel mio nome. Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia
piena". (Gv. 16,23 seg.)
ALCUNE PROMESSE
di MARIA SS. ai devoti del Rosario
(fatte al domenicano B. Alano de la Roche)
Ø A tutti coloro che reciteranno il mio Rosario prometto
la mia specialissima protezione.
Ø Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'inferno,
distruggerà i vizi, dissiperà il peccato e abbatterà le eresie.
Ø Chi si raccomanderà col Rosario non perirà.
Ø Chiunque reciterà devotamente il S. Rosario, con la
meditazione dei Misteri, si convertirà se peccatore, crescerà in grazia se
giusto e sarà fatto degno della vita eterna.
Ø Io libero ogni giorno dal Purgatorio le anime devote del
mio Rosario.
Ø I veri figlioli del mio Rosario godranno di una grande
gioia in Cielo.
Ø Ciò che chiederai col Rosario, l'otterrai.
Ø Coloro che propagano il mio Rosario saranno da me
soccorsi in ogni loro necessità.
Ø La devozione del Santo Rosario è un gran segno di
predestinazione.
(Il Santo Rosario meditato)- Ed. Parrocchia S. Antonio a
Posillipo-Napoli-pag.3 seg.
·
Maria in persona: "Premunitevi della
corona come di un'arma e fate che nelle vostre case echeggi come un canto
armonioso, canto d'amore, questa formidabile preghiera, formidabile per
potenza, per forza e per grazia. Nessun devoto del mio Rosario perirà".
(Dagli scritti di un Missionario della Consolata).
·
S. Vincenzo Dè
Paoli: "Dopo la S.
Messa, la devozione al Rosario ha fatto scendere nelle
anime più grazie che tutte le altre devozioni, e con le sue "Ave
Maria" compie più miracoli di ogni altra preghiera".
·
Il Santo Curato d'Ars: "Una sola
"Ave Maria" ben detta fa tremare l'inferno".
·
San Luigi Maria De Montfort:
"L'Ave Maria ben detta (con attenzione, devozione e modestia), secondo i
Santi è il nemico che mette in fuga il diavolo, è il martello che lo
schiaccia, la santificazione e fecondità dell'anima, la gioia degli Angeli,
la melodia dei predestinati, il cantico del Nuovo Testamento, la gloria della
SS. Trinità, il piacere di Maria, un bacio casto e amoroso che le si
dà...".
·
San Giovanni Bosco: "Il Rosario è una
continuazione di Ave Maria, con le quali si possono battere, vincere,
distruggere tutti i demoni dell'inferno".
·
Lucia di Fatima: "Per il potere che il
Padre ha dato, in questi ultimi tempi, al Rosario non c'è' problema
personale, nè familiare, nè
nazionale, nè internazionale, che non si possa
risolvere con il Rosario".
·
Satana, costretto nel nome di Dio
dall'esorcista, ha dovuto parlare del Rosario.
·
Ecco perchè, in un
celebre esorcismo, Lucifero, cioè satana in persona, fu costretto ad
affermare: "Dio ha dato a Lei (la Madonna) il potere di scacciarci, e
Lei lo fa con il Rosario, che ha reso potente. Per questo il Rosario è la
preghiera (dopo la Santa
Messa) più forte, la più esorcizzante. Esso è il nostro
flagello (sic!), la nostra rovina, la nostra sconfitta...
·
Il Rosario ci vince sempre, ed è la sorgente
di grazie incredibili per quanti lo recitano intero (15 misteri). Per questo
noi lo avversiamo e lo combattiamo con tutte le nostre forze, ovunque, ma
specialmente nelle Comunità (principalmente la famiglia, chiesa domestica -
Concilio Vaticano II), la cui forza spezzerebbe ogni nostra resistenza.
·
Molte di esse lo sanno: non vi è male che
possa resistere ad un Rosario intero comunitario (principalmente familiare -
Veggente Viska di Medjugorje).
·
Lucifero (durante un altro esorcismo): "È
più potente il Rosario (intero e recitato col cuore) dell'Esorcismo solenne.
Il Rosario è più potente del bastone di Mosè!"
·
"Voglio che veniate qui il tredici del
mese prossimo e che continuate a recitare il Rosario tutti i giorni in onore
della Madonna del Rosario, per ottenere la pace nel mondo e la fine della
guerra, perché soltanto lei vi potrà aiutare"
·
A questo punto fece alcune richieste che non
ricordo bene. Quel che mi ricordo è che la Madonna disse che bisognava
recitare il rosario per ottenere le grazie durante l'anno". (La
Madonna ai bambini di Fatima)
·
"Cari figli! Oggi, come non mai, vi
invito alla preghiera. Che la vostra preghiera sia preghiera per la pace. Satana è
forte e vuole distruggere non solo la vita umana, ma anche la natura e il
pianeta su cui vivete, perciò cari figli, pregate per poter essere protetti,
mediante la preghiera, con la benedizione della pace di Dio. Dio mi ha
mandata tra voi per aiutarvi. Se volete, aggrappatevi al Rosario, giacché
solamente il Rosario può ottenere il miracolo nel mondo e nella vostra
vita..." (Giovedì 25 gennaio 1991 - Messaggio dato dalla Madonna a
Medjugorje).
·
"...Cari figli, rivestitevi
dell'armatura contro Satana e vincetelo con il Rosario in mano...."
(Giovedì 8.8.1985 - Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje).
·
Il Santo Rosario è compendio di tutto il
vangelo (Pio XII)
·
Il Santo Rosario è pratica perfetta (Paolo VI)
PROMESSE DELLA
VERGINE MARIA A COLORO CHE PORTANO SEMPRE CON SE'
LA CORONA DEL SANTO ROSARIO
1) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me
condotti a mio Figlio.
2) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me
aiutati nelle loro imprese.
3) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, impareranno ad
amare la Parola e la Parola li farà liberi. Non saranno più schiavi.
4) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, ameranno sempre di
più mio Figlio.
5) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una
conoscenza più profonda di mio Figlio nella loro vita quotidiana.
6) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un
desiderio profondo di vestire con decenza per non perdere la virtù della
modestia.
7) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, cresceranno nella
virtù della castità.
8) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una
coscienza più profonda dei loro peccati e cercheranno sinceramente di
correggere la propria vita.
9) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un
profondo desiderio di diffondere il messaggio di Fatima.
10) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, sperimenteranno la
grazia della mia intercessione.
11) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nella
loro vita giornaliera.
12) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno ripieni di
un profondo desiderio di recitare il S. Rosario e meditare i Misteri.
13) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno confortati
nei momenti di tristezza.
14) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, riceveranno il
potere di prendere decisioni sagge illuminati dallo Spirito Santo.
15) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno invasi da
un profondo desiderio di portare oggetti benedetti.
16) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, venereranno il mio
Cuore immacolato e il Sacro Cuore di mio Figlio.
17) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, non useranno il nome
di Dio invano.
18) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una
profonda compassione per Cristo crocifisso e aumenterà il loro amore per Lui.
19) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno guariti da
malattie fisiche, mentali ed emozionali.
20) Tutti
coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nelle
proprie famiglie.
(Promesse fatte dalla Vergine durante varie
apparizioni)
da "Tutti mi chiameranno Beata" di
Padre Dario Betancourt - Ed. S. Michele (tel.
0974-845342 fax 845668), pag. 153 seg.
LO STRANO
EPISODIO DI PADRE TARDIF
Padre Michele Vassallo ha raccontato il
misterioso episodio che segue, estremamente emblematico del potere del Santo
Rosario in quanto gli è stato"donato
misteriosamente" dal grande taumaturgo ed esponente del Rinnovamento
Carismatico Cattolico mondiale Padre E. Tardif,
considerato dall'Arcivescovo di
Santiago (Mons. Flores)"…Uno
dei più grandi uomini della Chiesa Cattolica negli ultimi decenni…".
·
Questo dono del Rosario costituisce una
ulteriore convalida del valore del Santo Rosario: la preghiera dei
miracoli.
- Durante la veglia di preghiera accadde un
fatto strano: mi ritrovai a dialogare con P. Emiliano così come
facevamo spesso durante la sua vita terrena. Gli dissi: "Padre, io non
potrò più rivederti fino al giorno in cui avrò il privilegio di raggiungerti
nella Gerusalemme Celeste. Mi resta di te solo il dolce ricordo del tuo
paterno affetto, del tuo sorriso e della tua semplicità. Sei stato per me
padre e maestro, il messaggero di Dio, la voce dello Spirito Santo. Ora mi
lasci, così, all'improvviso senza darmi il tempo di accettare questo vuoto.
Mi vergogno quasi a confessartelo, ma in tutti questi anni ho sempre
desiderato chiederti un oggetto qualsiasi che ti appartenesse al fine di
conservarlo in tuo ricordo…Avrei tanto voluto avere il coraggio di esternarti
questo mio desiderio, ma ora è troppo tardi. Tu sei partito…"
Dopo qualche altro minuto di silenzio mi resi
conto di essere un po’ stanco, quindi decisi di recarmi in cucina per bere un
bicchiere d'acqua. Mi ero appena seduto quando arrivò una delle guardie che
vegliava la salma e preoccupato mi disse: "Padre, dovrei chiederle un
favore. Stranamente, nelle mani di Padre Emiliano, è capitata una corona del
rosario. Al collo ne ha già una. Non capisco chi abbia potuto mettergliene
una seconda nelle mani! Dovremmo toglierla ma non vorrei farlo io. Vorrei che
lo facesse lei che è un sacerdote ed era un suo intimo amico-. Queste parole
mi risuonarono come una risposta di P. Emiliano…Quella corona era il dono per me, ecco
perché dovevo essere io a toglierla dalle sua mani per conservarla in suo
ricordo. Tornai nella cappella, mi avvicinai alla bara e con molta attenzione
presi la corona e la posi in un fazzoletto. Provai una dolce sensazione.Sembrava che Padre Emiliano mi stesse
sorridendo. La posi in tasca e la conserverò gelosamente fino alla fine dei
miei giorni. -
Da "P. Emiliano Tardif- l'amico di Dio", di Padre Michele
Vassallo, Ed. S. Michele (tel. 0974-845342 fax 845668), pag. 16/17
Poiché si sta diffondendo
sempre più l’abitudine di recitare il Rosario secondo libere interpretazioni
(ad esempio vengono sostituiti i misteri con altri episodi evangelici o
addirittura con accadimenti della vita moderna; oppure viene eliminata una
parte dell’Ave Maria e/o delle altre preghiere per essere sostituite da frasi
bibliche o commenti umani ecc.) conviene rammentare ai “liberi pensatori” le
sempre valide prescrizioni stabilite al riguardo da papa Paolo VI nella sua
enciclica “Marialis
Cultus
”
Indicazioni
per il "rosario"
42.
Vogliamo ora, fratelli carissimi, soffermarci alquanto sul rinnovamento di
quel pio esercizio, che è stato chiamato " il compendio di tutto quanto
il vangelo ": la corona della beata vergine Maria, il rosario. Ad essa i
nostri predecessori hanno dedicato vigile attenzione e premurosa
sollecitudine: ne hanno più volte raccomandata la recita frequente, favorita
la diffusione, illustrata la natura, riconosciuta l’attitudine a sviluppare
una preghiera contemplativa, che è insieme di lode e di supplica, ricordata
la connaturale efficacia nel promuovere la vita cristiana e l’impegno
apostolico. Anche noi, fin dalla prima udienza generale del nostro
pontificato (13 luglio 1963), abbiamo dimostrato la nostra grande stima per
la pia pratica del rosario, e in seguito ne abbiamo sottolineato il valore in
molteplici circostanze, ordinarie alcune, gravi altre, come quando, in un’ora
di angoscia e di insicurezza, pubblicammo l’epistola enciclica "Christi matri" (15
settembre 1966), perché fossero rivolte supplici preghiere alla beata Vergine
del rosario, per implorare da Dio il bene supremo della pace; appello che
abbiamo rinnovato nella nostra esortazione apostolica "Recurrens mensis october" (7 ottobre 1969), nella quale commemoravamo
il quarto centenario della lettera apostolica "Consueverunt
romani pontifices" del nostro predecessore s.
Pio V, che in essa illustrò e, in qualche modo, definì la forma tradizionale
del rosario.
43.
Il nostro assiduo interesse verso il tanto caro rosario della beata vergine
Maria ci ha spinto a seguire molto attentamente i numerosi convegni, dedicati
in questi ultimi anni alla pastorale del rosario nel mondo contemporaneo:
convegni promossi da associazioni e da persone che hanno profondamente a
cuore la devozione del rosario, ed ai quali hanno partecipato vescovi,
presbiteri, religiosi e laici di provata esperienza e di accreditato senso
ecclesiale. Tra questi è giusto ricordare i figli di s. Domenico, per
tradizione custodi e propagatori di così salutare devozione. Ai lavori dei
convegni si sono affiancate le ricerche degli storici, condotte non per
definire con intenti quasi archeologici la forma primitiva del rosario, ma
per coglierne l’intuizione originaria, l’energia primigenia, la essenziale
struttura. Da tali convegni e ricerche sono emerse più nitidamente le
caratteristiche fondamentali del rosario, i suoi elementi essenziali e il
loro mutuo rapporto.
44.
Così, per esempio, è apparsa in più valida luce l’indole evangelica del
rosario, in quanto dal vangelo esso trae l’enunciato dei misteri e le
principali formule; al vangelo si ispira per suggerire, movendo dal gioioso
saluto dell’angelo e dal religioso assenso della Vergine, l’atteggiamento con
cui il fedele deve recitarlo; e del vangelo ripropone, nel susseguirsi
armonioso delle Ave Maria, un mistero fondamentale - l’incarnazione del Verbo
contemplato nel momento decisivo dell’annuncio fatto a Maria. Preghiera
evangelica è, dunque, il rosario, come oggi forse più che nel passato amano
definirlo i pastori e gli studiosi.
45.
È stato, altresì, compreso più facilmente come l’ordinato e graduale
svolgimento del rosario rifletta il modo stesso con cui il Verbo di Dio,
inserendosi per misericordiosa determinazione nella vicenda umana, ha operato
la redenzione: di essa il rosario considera, infatti, in ordinata successione
i principali eventi salvifici che si sono compiuti in Cristo: dalla
concezione verginale e dai misteri dell’infanzia fino ai momenti culminanti
della pasqua - la beata passione e la gloriosa risurrezione - ed agli effetti
che essa ebbe sia sulla chiesa nascente nel giorno di pentecoste, sia sulla
vergine Maria nel giorno in cui, dopo l’esilio terreno, ella fu assunta in
corpo e anima alla patria celeste. Ed è stato ancora osservato come la
triplice partizione dei misteri del rosario non solo aderisca strettamente
all’ordine cronologico dei fatti, ma soprattutto rifletta lo schema del
primitivo annuncio della fede e riproponga il mistero di Cristo nel modo
stesso in cui è visto da s. Paolo nel celebre inno della lettera ai Filippesi:
umiliazione, morte, esaltazione ( Fil 2,6-11).
46.
Preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell’incarnazione redentrice, il
rosario è, dunque, preghiera di orientamento nettamente cristologico.
Infatti, il suo elemento caratteristico - la ripetizione litanica del "
Rallegrati, Maria " - diviene anch’esso lode incessante a Cristo,
termine ultimo dell’annuncio dell’angelo e del saluto della madre del
Battista: " benedetto il frutto del tuo seno " (Lc 1,42). Diremo di
più: la ripetizione dell’Ave, Maria costituisce l’ordito, sul quale si
sviluppa la contemplazione dei misteri: il Gesù che ogni Ave, Maria richiama,
è quello stesso che la successione dei misteri ci propone, di volta in volta,
Figlio di Dio e della Vergine, nato in una grotta di Betlemme; presentato
dalla madre al tempio; giovinetto pieno di zelo per le cose del Padre suo;
Redentore agonizzante nell’orto; flagellato e coronato di spine; carico della
croce e morente sul Calvario; risorto da morte e asceso alla gloria del
Padre, per effondere il dono dello Spirito. È noto che, appunto per favorire
la contemplazione e far corrispondere la mente alla voce, si usava un tempo -
e la consuetudine si è conservata in varie regioni - aggiungere al nome di
Gesù, in ogni "Ave Maria", una clausola che richiamasse il mistero
enunciato.
47.
Si è pure sentita con maggiore urgenza la necessità di ribadire, accanto al
valore dell’elemento della lode e dell’implorazione, l’importanza di un altro
elemento essenziale del rosario: la contemplazione. Senza di essa il rosario
è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica
ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di Gesù: "
Quando pregate, non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere
esauditi in ragione della loro loquacità " (Mt 6,7). Per sua natura la
recita del rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che
favoriscano all’orante la meditazione del misteri della vita del Signore,
visti attraverso il cuore di colei che al Signore fu più vicina, e ne
dischiudano le insondabili ricchezze.
48.
Dalla riflessione contemporanea sono stati, infine, compresi con maggior
precisione i rapporti intercorrenti tra liturgia e rosario. Da una parte, è
stato sottolineato come il rosario sia quasi un virgulto germogliato sul
tronco secolare della liturgia cristiana, per il quale gli umili venivano
associati al cantico di lode ed alla universale intercessione della chiesa;
dall’altra, è stato osservato che ciò è avvenuto in un’epoca - il declino del
medioevo -, in cui lo spirito liturgico era in decadenza e si verificava un
certo allontanamento dei fedeli dalla liturgia in favore di una devozione
sensibile verso l’umanità di Cristo e verso la beata Vergine Maria. Se in
tempi non lontani poté sorgere nell’animo di alcuni il desiderio di vedere
annoverato il rosario tra le espressioni liturgiche ed in altri, per la
preoccupazione di evitare errori pastorali del passato, una ingiustificata
disattenzione verso il medesimo rosario, oggi il problema si può facilmente
risolvere alla luce dei principi della costituzione "Sacrosanctum
concilium": le celebrazioni liturgiche e il
pio esercizio del rosario non si devono né contrapporre né equiparare. Ogni
espressione di preghiera riesce tanto più feconda, quanto più conserva la sua
vera natura e la fisionomia che le è propria. Riaffermato quindi il valore
preminente delle azioni liturgiche, non sarà difficile riconoscere come il
rosario sia un pio esercizio che si accorda facilmente con la sacra liturgia.
Come la liturgia, infatti, esso ha un’indole comunitaria, si nutre della
sacra scrittura e gravita intorno al mistero di Cristo. Sia pure su piani di
realtà essenzialmente diversi, l’anamnesi della liturgia e la memoria
contemplativa del rosario hanno per oggetto i medesimi eventi salvifici
compiuti da Cristo. La prima rende presenti, sotto il velo dei segni ed
operanti in modo arcano, i più grandi misteri della nostra redenzione; la
seconda, con il pio affetto della contemplazione, rievoca quegli stessi
misteri alla mente dell’orante e ne stimola la volontà perché da essi attinga
norme di vita. Stabilita questa sostanziale differenza, non è difficile
comprendere come il rosario sia un pio esercizio che dalla liturgia ha tratto
motivo e, se praticato secondo la ispirazione originaria, ad essa
naturalmente conduce, pur senza varcarne la soglia. Infatti, la meditazione
dei misteri del rosario, rendendo familiari alla mente e al cuore dei fedeli
i misteri del Cristo, può costituire un’ottima preparazione alla celebrazione
di essi nell’azione liturgica e divenirne poi eco prolungata. È, tuttavia, un
errore, purtroppo ancora presente in qualche luogo, recitare il rosario
durante l’azione liturgica.
49.
La corona della beata vergine Maria, secondo la tradizione accolta dal nostro
predecessore s. Pio V e da lui autorevolmente proposta, consta di vari
elementi, organicamente disposti: a) la contemplazione in comunione con Maria
di una serie di misteri della salvezza, sapientemente distribuiti in tre
cicli, che esprimono il gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di
Cristo, la gloria del Risorto che inonda la chiesa; contemplazione che, per
sua natura, conduce a pratica riflessione e suscita stimolanti norme di vita;
b) l’orazione del Signore, o Padre nostro, che per il suo immenso valore è
alla base della preghiera cristiana e la nobilita nelle sue varie
espressioni.
c)
la successione litanica dell’Ave, Maria, che risulta composta dal saluto
dell’angelo alla Vergine (cf. Lc 1,25) e dal
benedicente ossequio di Elisabetta (cf. Lc 1,42), a
cui segue la supplica ecclesiale "Sante Maria". La serie continuata
delle "Ave, Maria" è caratteristica peculiare del rosario, e il
loro numero, nella forma tipica e plenaria di centocinquanta, presenta una
certa analogia con il salterio ed è un dato risalente all’origine stessa del
pio esercizio. Ma tale numero, secondo una comprovata consuetudine, diviso in
decadi annesse ai singoli misteri, si distribuisce nei tre cicli anzidetti,
dando luogo alla corona di cinquanta Ave, Maria, la quale è entrata nell’uso
come misura normale del medesimo esercizio e, come tale, è stata adottata
dalla pietà popolare e sancita dai sommi pontefici, che la arricchirono anche
di numerose indulgenze; d) la dossologia Gloria al Padre che, conformemente
ad un orientamento comune alla pietà cristiana, chiude la preghiera con la
glorificazione di Dio, uno e trino, dal quale, per il quale e nel quale sono
tutte le cose (cf. Rm
11,36).
50.
Questi sono gli elementi del santo rosario. Ognuno di essi ha la sua indole
propria che, saggiamente compresa e valutata, deve riflettersi nella recita,
perché il rosario possa esprimere tutta la sua ricchezza e varietà. Detta
recita, pertanto, diventerà grave e implorante nell’orazione del Signore;
lirica e laudativa nel calmo fluire delle Ave, Maria; contemplativa
nell’attenta riflessione intorno ai misteri; adorante nella dossologia. E ciò
deve avvenire nelle varie forme, in cui si è soliti recitare il rosario: o
privatamente, quando l’orante si raccoglie nell’intimità con il suo Signore;
o comunitariamente, in famiglia o tra fedeli riuniti in gruppo, per creare le
condizioni di una particolare presenza del Signore (cf.
Mt 18,20); o pubblicamente, cioè in assemblee nelle quali è convocata la
comunità ecclesiale.
51.
In tempi recenti sono stati creati alcuni pii esercizi, che traggono
ispirazione dal rosario. Tra essi, desideriamo indicare e raccomandare quelli
che inseriscono nello schema consueto delle celebrazioni della parola di Dio
alcuni elementi del rosario della beata Vergine, quali la meditazione dei
misteri e la ripetizione litanica del saluto angelico. Tali elementi
acquistano così maggior risalto, essendo inquadrati nella lettura di testi
biblici, illustrati con l’omelia, circondati da pause di silenzio,
sottolineati con il canto. Ci rallegra sapere che tali esercizi hanno
contribuito a far comprendere più compiutamente le ricchezze spirituali del
rosario stesso ed a rivalutarne la pratica presso associazioni e movimenti
giovanili.
52.
Vogliamo ora, in continuità di intendimenti con i nostri predecessori,
raccomandare vivamente la recita del rosario in famiglia. Il concilio
Vaticano II ha messo in luce come la famiglia, cellula prima e vitale della
società, "grazie all’amore scambievole dei suoi membri e alla preghiera
a Dio elevata in comune, si riveli come il santuario domestico della
chiesa". La famiglia cristiana, quindi, si presenta come una chiesa
domestica, se i suoi membri, ciascuno nell’ambito e nei compiti che gli sono
propri, tutti insieme promuovono la giustizia, praticano le opere di
misericordia, si dedicano al servizio dei fratelli, prendono parte
all’apostolato della più vasta comunità locale e si inseriscono nel suo culto
liturgico; ed ancora, se innalzano in comune supplici preghiere a Dio: ché,
se non ci fosse questo elemento, le verrebbe a mancare il carattere stesso di
famiglia cristiana. Perciò, al recupero della nozione teologica della
famiglia come chiesa domestica, deve coerentemente seguire un concreto sforzo
per instaurare nella vita familiare la preghiera in comune.
53.
Conformemente alle direttive conciliari, i principi e norme per la liturgia
delle ore giustamente annoverano il nucleo familiare tra i gruppi, a cui si
addice la celebrazione in comune dell’ufficio divino: " È cosa lodevole
(...) che la famiglia, santuario domestico della chiesa, oltre alle comuni
preghiere celebri anche, secondo l’opportunità, qualche parte della liturgia
delle ore, inserendosi così più intimamente nella chiesa ". Nulla deve
essere lasciato intentato, perché questa chiara e pratica indicazione trovi
nelle famiglie cristiane crescente e gioiosa applicazione.
54.
Ma, dopo la celebrazione della liturgia delle ore - culmine a cui può
giungere la preghiera domestica -, non v’è dubbio che la corona della beata
vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci
" preghiere in comune ", che la famiglia cristiana è invitata a
recitare. Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando
l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il rosario ne sia
espressione frequente e gradita. Siamo ben consapevoli che le mutate
condizioni della vita degli uomini non favoriscono, ai nostri giorni, la
possibilità di riunione tra familiari e che, anche quando ciò avviene, non
poche circostanze rendono difficile trasformare l’incontro della famiglia in
occasione di preghiera. È cosa difficile, senza dubbio. Ma è pur
caratteristico dell’agire cristiano non arrendersi ai condizionamenti
ambientali, ma superarli; non soccombere, ma elevarsi. Perciò, le famiglie
che vogliono vivere in pienezza la vocazione e la spiritualità propria della
famiglia cristiana, devono dispiegare ogni energia per eliminare tutto ciò
che ostacola gli incontri in famiglia e le preghiere in comune.
55.
Concludendo queste osservazioni, testimonianza della sollecitudine e della stima
di questa sede apostolica per il rosario mariano, vogliamo raccomandare,
tuttavia, che nel diffondere così salutare devozione non ne vengano alterate
le proporzioni, né essa sia presentata con inopportuno esclusivismo; il
rosario è preghiera eccellente, nei riguardi della quale però il fedele deve
sentirsi serenamente libero, sollecitato a recitarlo, in composta
tranquillità, dalla sua intrinseca bellezza.
Santo
Rosario meditato
di
Padre Giulio Maria Scozzaro
http://www.gesuemaria.it/i-nostri-libri.html
Maria,
la Piena di Grazia
Comprendi
che devi tu far contenta la Madonna, che devi tu pregarla come vuole Lei, in
quanto la tua preghiera serve a te non a Maria, sei tu ad avere bisogno di
Grazie non Maria, perché Lei è la Piena di Grazia. Sentenzia Riccardo di San
Lorenzo, che “Maria è Piena di Grazia perchè Dio La fece come l’erario in cui pose tutti i
Tesori da distribuire agli uomini”.
D’altronde,
afferma San Lorenzo Giustiniani: “Come
non sarebbe Piena di Grazia Colei che fu fatta Scala del Paradiso e Porta del
Cielo per tutti noi?”. “Dio diede a Maria una Grazia incommensurabile, perché
La destinava all’ufficio di Madre sua”, dice San Tommaso d’Aquino.
È
più incisivo Benedetto Fernandez quando afferma: “La misura per conoscere la Grazia di Maria è la sua dignità di Madre
di Dio, cioè, una dignità infinita”.
Per
questa ragione, Riccardo di San Lorenzo ci esorta: “Se desideriamo trovare la Grazia, andiamo da Maria che per prima
l’ha trovata e sempre la trova”. San Bernardo osa di più: “Dio ha stabilito
che nessuna Grazia ci venga concessa se non per mezzo di Maria”.
Per
ottenere le Grazie da Maria, dobbiamo amare con tutto il cuore il Santo
Rosario, ma per amarlo bisogna averne una grande considerazione, conoscerlo
bene.
Oggi
non sono molti quelli che recitano il Santo Rosario, e le conseguenze nel
mondo si vedono.
Proprio
il Santo Rosario è il mezzo con cui la Madonna gioisce nel donarci tante
Grazie. Recitando il Santo Rosario, permettiamo alla Madonna di svolgere il
suo compito di Mediatrice di tutte le Grazie. Le permettiamo di aiutarci,
perché a Lei offriamo quelle preghiere che Lei chiede per donarci le Grazie.
Dice
San Bonaventura: “Molte Grazie, chieste a Dio, non si ottengono; chieste a Maria si
ottengono, non perchè Maria sia più potente, ma perchè così Dio intende onorarla”. A ragione il Santo
Curato d’Ars predicava: “Lassù in Cielo
Maria Santissima è l’infaticabile Dispensiera delle Divine Grazie agli uomini
bisognosi”.
Gersone e Sant’Alfonso attestano che “è dottrina predicata da tutti i Santi che nessuna Grazia ci viene
dal Cielo se non passa per le mani di Maria”. “Per mezzo di Lei, e di Lei
sola, discese dal Cielo tutta la Grazia che venne nel mondo”, afferma San
Antonino.
Mentre,
San Bonaventura, pensando all’aiuto che dà la
Madonna nel momento del trapasso di chi lascia questa terra, sostiene che “nessuno entra in Cielo se non passa per
Maria come attraverso a una porta”. Continua San Germano: “Nessuno si salva nè
ottiene misericordia se non per Te, o celeste Signora”. Per cui il Suarez
poteva affermare che “Maria è così
potente presso Dio che esser suo devoto è un pegno di predestinazione”.
Solo
pregando il Santo Rosario diamo la possibilità alla Madonna di prendere
possesso della nostra persona e di guidarla verso la perfezione, verso la
trasfigurazione in Gesù. Il compito di Lei è di istruirci nelle cose di Dio,
illuminandoci sulle scelte da fare, guidandoci verso il Vangelo vissuto. Non
c’è preghiera migliore per invocare l’aiuto e le Grazie della Madonna, perché
Lei altrimenti ce l’avrebbe indicata. Invece, nei luoghi della sua materna e
insostituibile presenza, ha raccomandato con insistenza la recita del
compendio del Vangelo: il Santo Rosario.
“Recitare
il Rosario significa imparare a guardare Gesù con gli occhi di sua Madre,
amare Gesù con il Cuore di sua Madre… Con Maria, ancella del Signore,
scoprirete la gioia e la fecondità della vita nascosta. Con Lei, discepola
del Maestro, seguirete Gesù lungo le strade della Palestina, divenendo
testimoni della sua predicazione e dei suoi miracoli. Con Lei, Madre
dolorosa, accompagnerete Gesù nella passione e nella morte. Con Lei, Vergine
della speranza, accoglierete l’annuncio gioioso della Pasqua e il dono
inestimabile dello Spirito Santo”, questo ha
scritto Giovanni Paolo II, nel messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della
Gioventù.
Santo
Rosario: l’Arma potente
La Corona del Santo Rosario fa del
più povero della terra, l’uomo spiritualmente più forte, più ricco di Grazia
di Dio, felice, ricolmo di pace, amato da Maria e considerato suo figlio
prediletto. Il Rosario ci fa ottenere il dono della sapienza, perché ci fa
comprendere il senso della vita, ci dà lume soprannaturale per cercare Dio,
solo Dio e stare sempre con Dio, così da allontanarci dalle vanità terrene e
da ciò che dispiace a Gesù e a Maria.
Potenza del Santo Rosario, perchè ci rende sempre più umili, buoni, esperti del
sapere divino, capaci di resistere al maligno e meritevoli del Paradiso.
Il Rosario è Arma potente, solamente
se recitato con attenzione: più delle labbra deve parlare il cuore. Nella
nostra mente non deve esserci altro che l’Ave Maria, si deve pensare a ciò
che si dice con la bocca, perché una sola Ave Maria recitata bene, è più
meritoria di 200 recitate male. Dice San Luigi, che “nessuna preghiera è più meritoria per l’anima e più gloriosa per
Gesù e Maria quanto il Rosario ben recitato”.
Il Santo Rosario non è un’arma
qualsiasi, perché anche l’arma più debole è un’arma, ma è l’ARMA POTENTE,
immensamente più potente di tutte le potenze del mondo messe insieme, perché
col Rosario abbiamo la Madre di Dio e, quindi, la SS. Trinità stessa dalla
nostra parte. E chi è superiore in questo mondo di Colui che ha creato questo
mondo, che lo alimenta con il suo soffio vitale e può farlo sparire quando
vuole? Nessuno e nessuna cosa al mondo potrà mai vincerci o abbatterci, senza
la permissione Divina.
Il Rosario è chiamato Arma potente,
perché è strumento di difesa e strumento di offesa. Di difesa da tutti gli
attacchi diabolici, da coloro che intenzionalmente cercano di arrecarci del
male con le parole o con le opere. Di offesa a tutte le situazioni negative
che incontriamo nella vita e che dobbiamo superare con l’amore, il perdono,
il silenzio, la bontà e la comprensione.
Nelle apparizioni di Lourdes e di
Fatima la Madonna ci ha invitato a recitare il Rosario come Arma potente
contro il male, per portarci alla vera pace.
“Il Santo Rosario è un’Arma
potente. Impiegala con fiducia e ti meraviglierai del risultato”, questo insegnava e scriveva una grande anima come San Josemaria Escrivà.
Anche Suor Lucia di Fatima ha detto
questo: “Il Rosario è l’Arma più
potente con cui possiamo difenderci in campo di battaglia”.
È molto famoso quanto avvenne nella
battaglia di Lepanto, per arginare l’invasione musulmana. Giunti all’apice
della loro potenza nel Mediterraneo, i maomettani minacciavano sul serio di
invadere l’Europa cristiana. Il Papa San Pio V formò una lega, a cui presero
parte le Repubbliche italiane di Venezia e di Genova; vi si unì la flotta
della Spagna. Comandante in capo fu Don Giovanni d’Austria. Fin dal 17
settembre 1571 il Papa aveva ordinato a tutta la cristianità di chiedere
aiuto dal Cielo, mediante la pia recita del Santo Rosario. Prima di partire
all’attacco, a Lepanto i marinai cristiani recitarono anche loro devotamente
il Rosario, mentre il Legato Pontificio dava loro la solenne Benedizione
Apostolica. Per ben 3 ore i 65.000 uomini, i quali avevano ricevuto la Santa
Comunione, continuarono a recitare il Rosario. La battaglia infuriò al tardi
pomeriggio; i turchi furono sbaragliati e completamente sconfitti; e mai più
si ripresero. Don Giovanni attribuì il grande trionfo della flotta cristiana
alla potente intercessione della Regina del Rosario. Il Senato veneziano così
ne scrisse agli altri Stati che formavano la lega: “Non furono i generali, né i battaglioni, né le armi che ci
procurarono la strepitosa vittoria di Lepanto; ma fu nostra Signora del Santo
Rosario”.
L’Arma potente del Rosario è utile
a tutti, efficace a coloro che lo recitano con umiltà, Fede, perseveranza,
grande attenzione, e soprattutto con amore.
Certo è cosa molto difficile
-specialmente per i principianti- non avere distrazioni, perché la fantasia o
il diavolo portano a volte la mente altrove. Rivolgiamoci alla Madonna, non
pensiamo di vincere le distrazioni da noi stessi -pur sforzandoci di non
distrarci durante il Rosario e di impegnarci a diminuire le distrazioni-, ma
con il suo aiuto, tutto sarà facile, specialmente se noi ci siamo consacrati
al suo Cuore Immacolato.
Nel libro “Il segreto meraviglioso del Santo Rosario”, San Luigi Grignon da Monfort indica che
non è sufficiente recitare le Ave Maria con la bocca, bisogna che sia
principalmente il cuore a parlare, ad amare: “Per pregare bene non basta esporre le nostre domande con la più
bella fra le preghiere qual è il Rosario: occorre anche una grande attenzione
perché Dio ascolta la voce del cuore più che la voce della bocca. Mettiti
alla presenza di Dio: pensa che Dio e la sua Santa Madre ti guardano, che
l’Angelo Custode posto alla tua destra coglie le tue Ave Maria, se dette
bene, come altrettante rose per farne una Corona a Gesù e a Maria”.
Anche se un principiante non
capisce il valore del Rosario, è sempre bene recitarlo, perché piano piano
prenderà comprensione di questa sublime preghiera. È la Madonna ad accendere
l’amore verso il Santo Rosario.
Con il Rosario uno va dritto al
cuore del Cristianesimo, recita la preghiera che impregna tutta la
Rivelazione operata da Gesù. È questa preghiera a favorire la conversione,
perché c’è la Madre di Dio che prega con te, prega per te, prega su di te.
È grande cosa recitare il Rosario
in Grazia di Dio o quantomeno avere il proposito di uscire dallo stato
mortale, perché senza la Grazia nell’anima, le preghiere e buone opere non
sono meritevoli davanti a Dio. Non per questo, i peccatori non devono
recitarlo, anzi, devono recitare molte Corone per ricevere molte Grazie. Più
c’è purità nella persona, più il Rosario diventa l’Arma potente.
Dio ci vede sempre, Maria in Dio
non toglie gli occhi dai suoi consacrati e non abbandona i peccatori, ma
ricordiamo che specialmente durante la recita del Rosario, Maria è presente,
perché lo recita con noi, e raccoglie quelle Rose che noi Le offriamo, per portarle
davanti al Trono di Dio. Ogni Ave Maria, ogni Rosa che noi offriamo alla
Madonna, Gesù la vede, la conosce, l’accetta perché è data alla sua Madre,
che è Avvocata potente davanti a Dio e ci ottiene Misericordia, quando siamo
invece meritevoli di castighi.
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