GIUSTIZIA UMANA E DIVINA

Alcune persone mi domandano quale senso abbia il ricorso alla giustizia umana quando i tribunali, specialmente quelli italiani, emettono sentenze che provocano veementi critiche da parte di molti cittadini e commentatori. In poche parole queste persone sono dell’idea di lasciar perdere, "tanto non v’è giustizia in questo mondo". A favore della loro tesi obiettano, inoltre, che ad esempio sono estremamente lenti gli interventi a tutela dei minori riguardo a certi spettacoli televisivi erotico-violenti da parte dei tribunali. Questa loro critica è particolarmente insidiosa in quanto possiamo purtroppo testimoniare che malgrado siano passati circa 4 anni dal primo esposto presentato dalla nostra Associazione ancora nulla si è mosso e, nonostante una nostra lettera alle Autorità Italiane che denunciava tale situazione, alcune televisioni trasmettono tranquillamente ancora film erotici e/o violenti, anche in prima serata; diversamente, ad esempio, dai nostri "cugini" Francesi.

Che cosa rispondere a questi critici?

Il dovere del cristiano, in quanto cittadino, è di attivarsi per chiedere il rispetto delle leggi, utilizzando le possibilità democratiche a sua disposizione. La beatitudine espressa da Gesù "Beati i perseguitati per causa della giustizia" (Mt. 5,10) e le numerose affermazioni bibliche con cui "Dio ama il giusto" costituiscono un chiaro invito a spendere i talenti per cercare di ottenere giustizia. Lo stesso Magistero della Chiesa con il documento "Educare alla legalità" invita i credenti-cittadini ad impegnarsi al riguardo. Con insistenza, come ci insegna la parabola della vedova insistente con il giudice iniquo (Lc. 18,1 seg.).

La ricompensa la otterremo, tuttavia, dall’unico giusto giudice: Dio.

Il ricorso comunque alla Magistratura, qualora vi siano ipotesi di violazioni normative, è sempre utile. Oltre infatti a pungolare l’operato degli uomini che devono, per scelta professionale, svolgere il lavoro di giudice e che dovrebbero giudicare con "giusto giudizio" (Gv. 7,24), costituisce per quanti eventualmente agiscono faziosamente un capo d’accusa davanti al tribunale di Dio. Perché di una cosa noi cristiani siamo sicuri: ciascuno al momento della morte sarà giudicato da Dio ed anche la nostra domanda d’intervento costituirà, in mancanza di conversione o di richiesta di perdono dei peccati, un capo d’accusa del quale l’eventuale giudice iniquo o menefreghista dovrà sicuramente rispondere davanti a Dio. E ciò potrebbe costituire un aumento di calorie all’inferno!

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