Libri scritti da Arrigo Muscio |
E’ meglio sposarsi che ardere “Ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere” 1 Cor. 7,9 “Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!” 1 Cor. 7,32 “Vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca”. Mt. 19,12 Si sta facendo sempre più strada, grazie anche alla disinformazione organizzata, il concetto che un prete possa praticare tranquillamente sesso. E’ in atto quindi una “normalizzazione” di questo comportamento in aperto contrasto con la Parola di Dio e con i voti di castità, obbedienza, povertà espressi liberamente da parte di chi ha avvertito la vocazione sacerdotale. Conviene a questo proposito fare chiarezza e dare un taglio a questo andazzo in base ad alcune considerazioni. a) La chiamata al sacerdozio in campo cattolico è e dev’essere considerata sempre una vocazione; non un impiego o una qualsiasi occupazione! b) Non è e non dev’essere un obbligo, ma una precisa e volontaria scelta che viene espressa quando si è maggiorenni e non in tenera età. c) Si tratta di un particolare servizio alla comunità che impegna totalmente quanti decidono di attivarlo. d) Appunto per la sua peculiarità richiede “d’essere eunuchi per il Regno dei cieli” Mt. 19,12. Parola di Gesù Cristo, il fondatore e Capo della Chiesa! e) Dev’essere affrontata da quanti “non si sentono ardere” (1 Cor. 7,9). Parola dello Spirito Santo! Per questi ultimi esiste il sacramento del matrimonio nel quale possono e devono esercitare in pienezza il sacerdozio comune dei fedeli. Ciò premesso, e con tali paletti scritturali, quanti avvertono la chiamata del Signore (da valutare con incessante preghiera) e decidono (libero arbitrio) di assecondarla, devono perseguirla in pienezza, grazie sempre all’incessante preghiera (obbligo morale per tutti, nessuno escluso!). Non valgono quindi le considerazioni del mondo tipo “E’ meglio che si sposino, così non peccano” (perché non esistono persone regolarmente sposate che tradiscono le mogli?) – “Se si sposano comprendono meglio i problemi dei giovani” (perché non esistono genitori che non capiscono nulla dei figli?). Ribadisco il concetto che se si sentono “caldi”, prima di pronunciare il fatidico sì alla vita consacrata possono benissimo scegliere il matrimonio! Ed ora cerchiamo di valutare concretamente una ipotetica situazione di un sacerdote cattolico sposato, nonostante la Parola di Dio e quanto sopra espresso. Il servizio del sacerdote cattolico dev’essere per sua natura esclusivo, totalmente dedito a Cristo e al prossimo; incompatibile, quindi, con la vita matrimoniale ed i connessi problemi. Poiché però certi sacerdoti che avvertono “desideri mondani” sanno benissimo che un impegno matrimoniale porterebbe un mare di problemi, se ne guardano bene dal rivendicare il matrimonio, e preferiscono al medesimo una vita sessuale libera. Ecco perché non alzano tanto la voce per rivendicare il matrimonio, ma per ottenere una “vita sessuale naturale”. Ciò premesso, cari sacerdoti che avete scelto senza costrizioni, da maggiorenni pienamente consapevoli (dopo aver valutato la vostra “temperatura” – “Ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere” -1 Cor. 7,9) di dedicarvi esclusivamente al Signore, portate avanti (con l’aiuto della preghiera incessante del Santo Rosario, raccomandatovi dalla Madonna) la vostra scelta. Come del resto devono continuare nel matrimonio (sempre con l’aiuto del Rosario) i fedeli che hanno scelto tale vocazione, nonostante i mille problemi della vita matrimoniale. Se nonostante ciò, cari
sacerdoti, non vi sentite più in grado di proseguire la vita consacrata,
allora abbiate il coraggio di domandare |