Libri scritti da Arrigo Muscio |
L’ART. 18 E LA CADUTA DEI VALORI La battaglia sulla modifica dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, che vede da un lato il governo e dall’altro i rappresentanti dei lavoratori, mi stimola ad effettuare un’attenta analisi. Prima di entrare nel merito della importantissima questione conviene partire da una premessa di Organizzazione Aziendale. Uno dei cardini di tale disciplina è la distinzione tra potere ed autorità; necessaria per comprendere appieno i comportamenti in azienda. Per autorità s’intende il riconoscimento ufficiale di mansioni specifiche, in particolare direttive o comunque di coordinamento. Per potere invece s’intende la capacità d’influenzare onde ottenere determinati comportamenti. Ciò premesso tali figure possono essere coincidenti in alcune persone oppure possono benissimo esistere indipendentemente. Facciamo un esempio militare per meglio comprendere il concetto. Un generale dell’esercito è sicuramente un personaggio dotato di una forte autorità, mentre un maresciallo possiede un’autorità nettamente inferiore al generale. Immaginiamo che i due personaggi siano amici e che in qualche occasione (magari durante una cena) il maresciallo suggerisca all’amico generale qualche azione importante per la caserma. Il generale potrebbe accogliere i suggerimenti e tradurli in un ordine da lui firmato e valevole per tutti i soldati sotto la sua giurisdizione. Questo esempio ci dimostra che il maresciallo ha esercitato il potere nei confronti di un’autorità a lui superiore. Come ultimo esempio, dulcis in fundo, immaginiamo un funzionario con grado aziendale inferiore ad un direttore, ma con grado massonico superiore a quest’ultimo. Il funzionario potrebbe ufficiosamente comandargli di licenziare un collega inviso. La comprensione di tale concetto organizzativo è essenziale per capire le conseguenze all’interno delle strutture lavorative di medie dimensioni in occasione di una diminuzione di copertura dei diritti. In queste strutture il potere viene utilizzato, come affermava l’economista Galbraith, dalla tecnostruttura; cioè da quell’agglomerato di tecnici e capi intermedi che sono in grado di esercitare un potere capace di condizionare anche le autorità aziendali più alte. Dobbiamo fare i conti con una società che non è certo un paradiso terrestre, ma una giungla in cui per far carriera e/o per ottenere più prestigio o soldi molte persone vendono corpo ed anima al diavolo. Di conseguenza gli altri colleghi di lavoro o i subalterni intelligenti vengono considerati dei potenziali “nemici” da neutralizzare, denigrandone il comportamento agli occhi dei superiori. Gli ambienti lavorativi non sono luoghi in cui viene applicato il Vangelo; anzi, i valori evangelici vengono osteggiati dai numerosi atei o da quanti sono allergici ai suoi valori eterni. Per farsi un’idea di quanto succede in certe aziende basta digitare sui motori di ricerca il termine “mobbing” e leggere la documentazione presentata per capire la diffusione di tale comportamento ormai a livello internazionale. L’art. 18 dello Statuto dei lavoratori è stato posto a protezione dai licenziamenti illegittimi (cioè contrari alla giusta causa e al giustificato motivo) riconosciuti da un giudice. In tal caso il lavoratore può decidere se accettare una indennità sostituiva del forzato reintegro oppure può decidere d’essere riassunto. Molti giovani lavoratori licenziati ingiustamente optano per la prima soluzione e si cercano un altro lavoro, mentre quelli più anziani normalmente preferiscono essere riassunti. Le proposte di modifica dell’art. 18 che ogni tanto si affacciano tendono
ad eliminare l’obbligo del reintegro in caso, conviene sottolinearlo, di
illegittimo licenziamento. In pratica queste modifiche (destinate ovviamente
ad estendersi) si tradurrebbero in una possibilità di licenziamento di quanti
sono invisi alla tecnostruttura che prolifica in questa società senza valori.
I sindacalisti e i rappresentanti della sicurezza sarebbero i primi a farne
le spese, lasciando sprovvisti di tutela i lavoratori. Non dobbiamo però
dimenticare che l’enciclica “Centesimus annuus”
affida un ruolo importante al sindacato “7. Un diritto preminente affermato nella "Rerum Novarum" è
quello di creare libere associazioni professionali. In stretta relazione col
diritto di proprietà l'Enciclica di Leone XIII afferma parimenti altri
diritti, come propri e inalienabili della persona umana. Tra essi è
preminente, per lo spazio che il Papa gli dedica e l'importanza che gli
attribuisce, il "diritto naturale dell'uomo" a formare associazioni
private; il che significa, anzitutto, il diritto a creare associazioni
professionali di imprenditori e operai, o di soli operai. Si coglie qui la
ragione per cui la Chiesa difende e approva la creazione di quelli che
comunemente si chiamano sindacati, non certo per pregiudizi ideologici, né
per cedere a una mentalità di classe, ma perché l'associarsi è un diritto
naturale dell'essere umano e, dunque, anteriore rispetto alla sua
integrazione nella società politica. Infatti, "non può lo Stato
proibirne la formazione", perché "i diritti naturali lo Stato deve
tutelarli, non distruggerli…”
“29. Ora, interessa il privato
come il pubblico bene che sia mantenuto l’ordine e la tranquillità pubblica;
che la famiglia sia ordinata conforme alla legge di Dio e ai principi di
natura; che sia rispettata e praticata la religione; che fioriscano i costumi
pubblici e privati; che sia inviolabilmente osservata la giustizia; che una
classe di cittadini non opprima l’altra; che crescano sani e robusti i
cittadini, atti a onorare e a difendere, se occorre, la patria. Perciò, se a
causa di ammutinamenti o di scioperi si temono disordini pubblici; se tra i
proletari sono sostanzialmente turbate le naturali relazioni della famiglia;
se la religione non è rispettata nell’operaio, negandogli agio e tempo
sufficiente a compierne i doveri; se per la promiscuità del sesso ed altri
incentivi al male l’integrità dei costumi corre pericolo nelle officine; se
la classe lavoratrice viene oppressa con ingiusti pesi dai padroni o avvilita
da fatti contrari alla personalità e dignità umana; se con il lavoro
eccessivo o non conveniente al sesso e all’età, si reca danno alla sanità dei
lavoratori; in questi casi si deve adoperare, entro i debiti confini, la
forza e l’autorità delle leggi. I quali fini sono determinati dalla causa
medesima che esige l’intervento dello Stato; e ciò significa che le leggi non
devono andare al di là di ciò che richiede il riparo dei mali o la rimozione
del pericolo. I diritti vanno debitamente
protetti in chiunque li possieda e il pubblico potere deve assicurare a
ciascuno il suo, con impedirne o punirne le violazioni. Se non che, nel
tutelare le ragioni dei privati, si deve avere un riguardo speciale ai deboli
e ai poveri. Il ceto dei ricchi, forte per se stesso, abbisogna meno della
pubblica difesa; le misere plebi, che mancano di sostegno proprio, hanno
speciale necessità di trovarlo nel patrocinio dello Stato. Perciò agli
operai, che sono nel numero dei deboli e dei bisognosi, lo Stato deve di
preferenza rivolgere le cure e le provvidenze sue….” Rerum Novarum di
Leone XIII Se poi pensiamo alle donne, soggette spesso a molti soprusi e
molestie sessuali, diventa evidente il pericolo di una diminuzione dei
diritti a tutela indiretta della loro dignità sui luoghi di lavoro. Di conseguenza l’art. 18 dello
Statuto dei lavoratori (architrave di tutto l’impianto) dovrebbe essere
esteso anche alle aziende con meno di 15 dipendenti e non modificato nelle
altre aziende di maggiori dimensioni. Qualcuno potrebbe domandarsi come mai
questa insistenza di modifica, supportata da molti mass media di proprietà
dei poteri economici? La risposta per quanti non hanno le fette di salame
sugli occhi è semplice: la robotizzazione ed il controllo delle opinioni.
Quanti cittadini-lavoratori oserebbero manifestare le proprie genuine
opinioni sui luoghi di lavoro? Quanti lavoratori intelligenti oserebbero
criticare in maniera costruttiva certi comportamenti aziendali? Quanti
lavoratori ricorrerebbero ancora al sindacato per far valere i propri diritti
o per denunciare azioni di mobbing o di molestie sessuali? Quante mamme
chiederebbero con insistenza il part time? Ecc. |