Libri scritti da Arrigo Muscio |
L’unzione degli infermi 1507 Il Signore risorto rinnova questo invio (“Nel mio nome. . . imporranno le mani ai malati e questi guariranno”: Mc 16,17-18 ) e lo conferma per mezzo dei segni che la Chiesa compie invocando il suo nome. Questi segni manifestano in modo speciale che Gesù è veramente “Dio che salva”. 1508 Lo Spirito Santo dona ad alcuni un carisma speciale di guarigione per manifestare la forza della grazia del Risorto. Tuttavia, neppure le preghiere più intense ottengono la guarigione di tutte le malattie. Così san Paolo deve imparare dal Signore che “ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor 12,9 ), e che le sofferenze da sopportare possono avere come senso quello per cui “io completo nella mia carne ciò che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24 ). 1509 “Guarite gli infermi!” (Mt 10,8 ). Questo compito la Chiesa l'ha ricevuto dal Signore e cerca di attuarlo sia attraverso le cure che presta ai malati sia mediante la preghiera di intercessione con la quale li accompagna. Essa crede nella presenza vivificante di Cristo, medico delle anime e dei corpi. Questa presenza è particolarmente operante nei sacramenti e in modo tutto speciale nell'Eucaristia, pane che dà la vita eterna e al cui legame con la salute del corpo san Paolo allude. 1510 La Chiesa apostolica conosce tuttavia un rito specifico in favore degli infermi, attestato da san Giacomo: “Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati” (Gc 5,14-15 ). La Tradizione ha riconosciuto in questo rito uno dei sette sacramenti della Chiesa [Cf Innocenzo I, Lettera Si instituta ecclesiastica: Denz. -Schönm., 216; Concilio di Firenze: ibid. , 1324-1325; Concilio di Trento: ibid., 1695-1696; 1716-1717]. http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P4J.HTM Il sacramento dell’unzione degli infermi è, purtroppo, scarsamente utilizzato nonostante la sua efficacia e le grazie che produce. Satana è riuscito a far credere che tale rimedio divino venga considerato erroneamente nell’immaginario comune come “estrema unzione”. Di conseguenza molti cristiani temono di riceverlo e poi di morire. D’altronde satana sfrutta appieno l’ignoranza biblica ed ecclesiastica di molti cattolici impedendo di conseguenza l’uso proficuo dei doni del Signore. Il sacramento (giova ripeterlo che si tratta di un sacramento!) dell’Unzione degli infermi è innanzitutto una preghiera effettuata per la guarigione dell’ammalato e non per la sua morte. L’importanza di
tale Sacramento, anche per la guarigione, è mirabilmente spiegata nel
Catechismo della Chiesa Cattolica. “... chiami a sé i presbiteri della Chiesa” 1516 Soltanto i sacerdoti (vescovi e presbiteri)
sono i ministri dell'Unzione degli infermi [Cf
Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1697; 1719; Codice di Diritto Canonico, 1003; Corpus Canonum Ecclesiarum Orientalium, 739, 1]. E' dovere dei pastori istruire i
fedeli sui benefici di questo sacramento. I fedeli incoraggino i malati Queste azioni liturgiche indicano quale grazia tale sacramento conferisce ai malati. 1520 Un dono particolare dello Spirito Santo. La grazia
fondamentale di questo sacramento è una grazia di conforto, di pace e di
coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o
della fragilità della vecchiaia. Questa grazia è un dono dello Spirito Santo
che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del
maligno, cioè contro la tentazione di scoraggiamento e di angoscia di fronte
alla morte [Cf Eb 2,15 ].
Questa assistenza del Signore attraverso la forza del suo Spirito vuole
portare il malato alla guarigione dell'anima, ma anche a quella del corpo, se
tale è la volontà di Dio [Cf Concilio di Firenze: Denz. -Schönm.,
1325]. Inoltre, “se ha commesso peccati, gli saranno perdonati” (Gc 5,15 ) [Cf Concilio di
Trento: ibid., 1717].1521
L' unione alla Passione di Cristo. Per la grazia di questo sacramento il
malato riceve la forza e il dono di unirsi più intimamente alla passione di
Cristo: egli viene in certo qual modo consacrato per portare frutto mediante
la configurazione alla Passione redentrice del Salvatore. La sofferenza,
conseguenza del peccato originale, riceve un senso nuovo: diviene
partecipazione all'opera salvifica di Gesù.1522 Una
grazia ecclesiale. I malati che ricevono questo sacramento, unendosi
“spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo”, contribuiscono “al
bene del popolo di Dio” [Conc. Ecum.
Vat. II, Lumen gentium, 11]. Celebrando questo sacramento,
la Chiesa, nella comunione dei santi, intercede per il bene del malato. E
l'infermo, a sua volta, per la grazia di questo sacramento, contribuisce alla
santificazione della Dall’attenta lettura dell’efficacia del Sacramento deve derivare lo stimolo ad utilizzarlo nelle diverse occasioni della vita (malattia seria, operazioni chirurgiche ecc.) e a consigliarlo agli ammalati. Chi, potendo usufruire del medesimo non lo fa, perde una grande occasione spirituale e fisica! Ovviamente il Sacramento dell’unzione degli infermi (che
solo i sacerdoti possono amministrare) non va confuso con le preghiere di guarigione e di
liberazione (sacramentali), e con utilizzo dell’olio
benedetto (diverso dall’olio dell’Unzione degli infermi) che tutti i credenti
possono esercitare. |