Libri scritti da Arrigo Muscio |
LA MASSIFICAZIONE [13]Salomone fece venire da Tiro Chiram, [14]figlio di una vedova della tribù di Nèftali; suo padre era di Tiro e lavorava il bronzo. Era dotato di grande capacità tecnica, di intelligenza e di talento, esperto in ogni genere di lavoro in bronzo. Egli si recò dal re ed eseguì le sue commissioni. 1 Re 7,13 [3]Tu parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali io ho dato uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l'esercizio del sacerdozio in mio onore. Es. 28,3 [25]Inoltre tutte le donne esperte filarono con le mani e portarono filati di porpora viola e rossa, di scarlatto e di bisso. Es. 35,25 [7]Il numero di costoro, insieme con i fratelli, esperti nel canto del Signore, cioè tutti veramente capaci, era di duecentottantotto. 1 Cr. 25,7 [21]Ecco le classi dei sacerdoti e dei leviti per ogni servizio nel tempio. Presso di te, per ogni lavoro, ci sono esperti in qualsiasi attività e ci sono capi e tutto il popolo, pronti a tutti i tuoi ordini> 1 Cr. 28,21 [14]Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. [15]A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. [16]Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. [17]Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. [18]Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [19]Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. [20]Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. [21]Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. [22]Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. [23]Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. [24]Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; [25]per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. [26]Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; [27]avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. [28]Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. [29]Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. [30]E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Mt. 25,14 Alcuni brani biblici riportati in premessa dimostrano chiaramente che il Signore ha concesso a ciascuno di noi dei talenti naturali, i quali costituiscono una caratteristica peculiare di ogni uomo. Di conseguenza non possiamo affermare d’essere tutti uguali in quanto, appunto, possediamo una precisa individualità. Logicamente questo non deve inficiare i diritti fondamentali della persona sanciti dalla “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, dalla “Convenzione Europea per i diritti dell’uomo” e dalle Costituzioni democratiche di numerosi Stati. Lo Spirito Santo attesta che “…per loro come per voi c’è un solo Signore nel cielo, e che non v’è preferenza di persone presso di lui” (Ef. 6,9). Con la parabola dei talenti e con l’attribuzione dei carismi straordinari impariamo l’esistenza della stupenda varietà delle caratteristiche umane. Concetto universalmente accettato per i famosi talenti naturali che tutti riconoscono, al punto che tutti formuliamo la celebre domanda “E’ brava quella persona?”, quando necessitiamo di certe opere materiali, intellettuali o spirituali. E la varietà è una costante persino tra i santi, tant’è che non esiste un santo paragonabile ad un altro in quanto svariate sono le loro caratteristiche. Il Signore desidera quindi da ciascuno di noi la miglior resa, non solo nel campo preminente della fede, ma pure nell’attività umana. Ciò premesso assistiamo invece al tentativo del principe di questo mondo di massificare le persone. “Il grande vecchio” avvalendosi di molti mass media sta dettando un comportamento omogeneo; spesso cafone, arrogante, disturbatore, ma soprattutto indifferenziato. Il linguaggio, il modo di vestire, di pensare, di vivere ecc. somigliano sempre più al comportamento delle pecore, le quali tutte assieme vanno a destra o a sinistra, secondo la convenienza. Il vuoto lasciato dall’assenza del primato di Dio e della Sua eterna Parola viene colmato dalle mode imposte dai moderni profeti di questo mondo. L’uniformità è diventata ormai una prassi al punto che gli errori grammaticali non vengono quasi più corretti; la cultura è stata soppiantata dalla quasi esclusiva “erudizione” sessuale, la quale s’impone ormai quasi ovunque e ormai non si riesce più a distinguere quanto propinato da certi mass media al riguardo da ciò che viene scritto sugli stipiti dei gabinetti pubblici. La donna (spesso mercificata e valorizzata solo per le qualità sessuali) viene convinta, mediante diete anoressiche, a privarsi dei tratti salienti della sua femminilità diventando sempre più mascolina, piatta, indifferenziata nel vestire, volgare nel parlare e poco profumata. Sottile strategia che sta cercando d’imporre la gayzzazione della società. Che differenza abissale comunque con la splendida figura femminile che traspare dal divino Cantico dei Cantici “Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa, c'è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano…” (Cant. 4,11) – “[10]Quanto sono soavi le tue carezze, sorella mia, sposa, quanto più deliziose del vino le tue carezze. L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi….” (Can 4,10) - “Quanto sei bella e quanto sei graziosa, o amore, figlia di delizie!” (Ca. 7,7). Lo stesso si può dire dell’uomo massificato che non ha nulla di paragonabile con quello descritto dal Cantico dei Cantici “Il mio diletto è bianco e vermiglio, riconoscibile fra mille e mille. Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli grappoli di palma, neri come il corvo. I suoi occhi, come colombe su ruscelli di acqua; i suoi denti bagnati nel latte, posti in un castone. Le sue guance, come aiuole di balsamo, aiuole di erbe profumate; le sue labbra sono gigli, che stillano fluida mirra. Le sue mani sono anelli d'oro, incastonati di gemme di Tarsis. Il suo petto è tutto d'avorio, tempestato di zaffiri…” (Can. 5,10). Dalla meditazione della Sacra Scrittura impariamo a valorizzare i talenti naturali (maschili e femminili) in tutte le loro legittime e peculiari manifestazioni per un arricchimento personale, familiare e sociale; dalla satanica massificazione ricaviamo, invece, l’uniformità che spinge sempre più verso il basso. Che noia! |